Consulenza di coppia. Tecniche per gestire la conflittualità
Consulenza di coppia. Tecniche per gestire la conflittualità
Quasi sempre la coppia, che si rivolge allo psicologo per una terapia o una consultazione, presenta difficoltà legate alla presenza di caratteri diversi, che si evidenziano attraverso comportamenti fortemente egocentrici e polemici.
In altre parole, ciascuno dei due partner tende a vedere la realtà esterna e la situazione della coppia fondandosi esclusivamente e dogmaticamente sul proprio punto di vista. Questi atteggiamenti di rigidità provocano frequenti contrasti e rivendicazioni relative alle scelte, agli errori o alle preferenze del rispettivo partner.
Data questa ricorrente situazione di conflittualità, nel corso dei trattamenti, che ho occasione di svolgere, cerco molto spesso di intervenire con la coppia facendo leva su tre linee di azione.
Il “film dal punto di vista dell’ altro”
La prima modalità di intervento è stata chiamata da uno dei miei pazienti: girare il film dal punto di vista dell’altro, ovvero stimolare ciascun partner a indossare psicologicamente i panni del proprio compagno/a o coniuge e descrivere un episodio controverso o esprimere un significativo stato d’animo (“raccontare il film”) come lo potrebbe vivere l’altro… se possibile, anche parlando come se fosse proprio l’altra persona.
Il partner e’ invitato ad ascoltare senza interrompere e alla fine correggere, integrare o completare il “film”, senza aggiungere commenti negativi ma anzi valorizzando tutti i contenuti o le emozioni in cui si può ritrovare.
Al termine di questo processo interattivo si riesce (spesso, sebbene non sempre) ad ottenere almeno che ciascun componente della coppia si senta un po’ più compreso pur se non necessariamente approvato. Infatti, chi si è espresso nei panni dell’altro ha senz’altro sviluppato una certa empatia verso il partner, e forse sarà più incline a recepire e accettare come legittimo il punto di vista anche se difforme dal proprio.
Vedere dall’ esterno – e cogliere il lato ironico
La seconda linea d’azione è un mix fra il vedere dall’esterno la propria situazione di coppia e cercare il lato ironico pur in presenza di fattori di tensione o sofferenza.
Il terapeuta invita cioè i due partner ad assumere almeno per alcuni momenti un punto di vista distaccato, esterno, si potrebbe dire da lontano o dall’alto… diventare temporaneamente osservatore obiettivo della globalità della situazione (come se non se ne facesse parte) per creare una visione d’insieme, scattare una foto, cogliere somiglianze con situazioni o contesti diversi.
Allargare o allontanare il punto di vista può anche permettere di uscire almeno un po’ dalle emozioni più negative, dalla sensazione di essere immerso in una situazione drammatica, senza alcuna via di fuga. E magari cogliere (e comunicare al partner nel corso della terapia di coppia o fuori) il lato ironico, paradossale, tragicomico o addirittura ridicolo… se solo non ne fossimo gli attori protagonisti! Ovvero commentare con ironia il circolo vizioso, estremizzarlo in modo caricaturale, rappresentarlo analogicamente con delle associazioni scherzose o vedere il rapporto di coppia con indulgenza verso gli errori, i cattivi caratteri dell’ uno o dell’ altro, il dolore provocato, che però convivono con i momenti di generosità, di attrazione, di costruzione comune e solidale.
Quando esprimere il dissenso e la critica
La terza modalità per sviluppare un approccio più positivo e sereno riguarda i momenti in cui esprimere o meno il dissenso e la critica
Il suggerimento e il cambiamento che propongo è il seguente: non attaccare mai l’altro mentre un’attività da lui proposta è in corso. Introdurre cioè la regola per la quale c’è il divieto di critica nella fase in cui si sta realizzando un progetto, tanto più se piacevole e ludico. Per esempio, se i partner stanno facendo una vacanza da tempo desiderata ma che sta andando male, e uno dei due rimprovera all’altro di aver sbagliato tutta l’organizzazione del viaggio: la tensione creata da questo commento avvelenera’ pesantemente il clima interpersonale e il resto della vacanza!
Altra e più costruttiva modalità è invece semmai quella di confrontarsi o anche scontrarsi (sempre meglio se con un po’ di ironia) in fase di preparazione e impostazione preliminare… fino a prendere una decisione che, a quel punto, diventera’ di coppia anche se magari la proposta è partita da una sola persona. Ovvero, in relazione all’ esempio precedente, la regola è dire STOP durante la vacanza ai commenti negativi o aggressivi per poi eventualmente, a vacanza finita e a distanza di tempo analizzare obiettivamente l’esperienza e trarre gli opportuni insegnamenti dagli eventuali errori (comunque da intendere come sbagli di coppia, non dell’uno o dell’ altro).
Questa linea di comportamento si può applicare su qualsiasi attività e progetto, dai più piccoli a quelli più significativi… distinguere insomma i momenti in cui scatenare la dialettica e le diversità di opinioni o preferenze da quelli in cui fare fronte comune.
Sperimentare sul campo
In sintesi, dunque: tre tecniche, tre modalità di comportamento e di relazione da sperimentare con l’aiuto e la guida dello psicologo, ma che possono poi diventare una ricchezza, una competenza, un prezioso strumento di prevenzione, di risoluzione dei conflitti nella coppia e di facilitazione della qualità della vita comune. Da mettere a punto nella consultazione e “provare sul campo”