Fasi del Mental Coaching e alcuni Risultati conseguiti

Fasi del Mental Coaching e alcuni Risultati conseguiti

Nella mia esperienza e proposta di intervento, il coaching si articola in un ciclo di incontri (della durata di 1 ora o anche in alcuni casi 1.5 o 2 ore) tenuti dal consulente (lo psicologo-coach) con il cliente (o coachee), articolati in tre macrofasi. 

Le 3 Fasi del Mental Coaching

Il numero di incontri da svolgere può variare da un numero minimo di 6 ad un massimo di 10-15 incontri.

La 1° fase (due incontri), definibile come assessment, ovvero rilevazione dei punti deboli e dei punti forti  e individuazione degli obiettivi di miglioramento, mira a: 

  • analizzare competenze-punti di forza e punti deboli percepiti dal cliente  in relazione al proprio sviluppo (professionale, personale, familiare, sportivo etc.) e al proprio grado di soddisfazione, produttività e integrazione;
  • far crescere la consapevolezza su motivazioni, atteggiamenti e modalità relazionali che contraddistinguono il suo comportamento all’interno della propria organizzazione lavorativa ovvero realtà familiare, amicale, sportiva etc; 
  • individuare i principali punti da approfondire e concordare alcune possibili aree di miglioramento della persona; 
  • determinare gli obiettivi  individuali su cui  lavorare e definire le capacità da incrementare

Sulla base di questo primo momento di autoconsapevolezza  e pianificazione, avrà inizio la 2° fase (da un minimo di tre-quattro incontri, fino ad una decina) di approfondimento dei problemi,  sviluppo delle competenze e supporto alla definizione e realizzazione del piano d’azione,  centrata su punti quali:

  • lo sviluppo dell’ autoconsapevolezza – anche di tipo emotivo – e dell’ autopercezione critica su ciascuna delle capacità professionali o personali analizzate
  • l’ acquisizione di modelli, strumenti e tecniche per la gestione concreta delle situazioni e per un’interazione più efficace con le persone
  • la pianificazione di iniziative concrete, progetti di miglioramento e soluzioni comportamentali da sperimentare
  • la verifica delle azioni svolte e dei risultati raggiunti
  • eventualmente, se il coaching avviene in un ambito aziendale o comunque comprende anche altre persone, l’osservazione direttadi momenti interpersonali e organizzativi (o familiari, amicali o sportivi) significativi ed il successivo feedback

La 3° fase (uno-due incontri) è infine il follow-up, ad una certa distanza di tempo, finalizzato a verificare e consolidare l’ efficacia dei risultati raggiunti, con riferimento al piano iniziale e al confronto con la percezione dei punti forti e punti deboli emersa nella prima fase del coaching, e ad effettuare una valutazione ed una sintesi condivisa dei risultati raggiunti. 

Metodologia e destinatari

In tutte queste fasi di intervento, come psicologo-coach seguo una metodologia di colloquio semistrutturato, fondato sui principi della comunicazione sistemica, dell’ascolto empatico ed assertivo e della guida-facilitazione delle competenze professionali, relazionali e personali. 

Nel caso di coaching attuato in in ambito aziendale, associativo o sportivo,  il coaching individuale può essere complementare e coordinato con un intervento formativo rivolto al gruppo  in cui il cliente è inserito.

Risultati e benefici per individui e gruppi

Superate, talvolta, alcune resistenze e perplessità iniziali, negli interventi di coaching  ho spesso rilevato commenti e  risultati quali:

Presupposto essenziale dell’ azione di coaching (tanto più se attuato in un ambito organizzativo o comunque di gruppo, coinvolgendo quindi altre persone) è garantire e dimostrare una totale riservatezza e privacy; può essere semmai il cliente, magari consultandosi con il coach, a valutare e decidere se esplicitare ed esternare ad altri alcuni propri obiettivi o piani di azione.  

  • Soddisfazione e interesse per l’esperienza di analisi ed autosservazione e per lo sviluppo della propria consapevolezza
  • Benefici, personali e professionali, riconducibili alla crescita delle proprie risorse e potenzialità, fino ad allora in parte latenti
  • Maggiore concretezza e realismo nella definizione e nel raggiungimento dei propri obiettivi
  • Apertura di nuove modalità di comunicazione ed integrazione con colleghi, capi e collaboratori oppure con amici, familiari etc

Nei casi di interventi attuati in un ambito organizzativo di una certa ampiezza e con elevata partecipazione (esperienza purtroppo di non frequente attuabilità, ma realizzata in alcuni interessanti progetti), sono emersi anche effetti positivi a livello collettivo, quali: nuove e più chiare regole, una vision maggiormente condivisa, una comunicazione più costruttiva, un clima aziendale più sereno e motivante, un miglioramento dei risultati produttivi e della soddisfazione personale.