Problemi e terapia di coppia

Problemi e terapia di coppia

Le difficoltà in una coppia non sono quasi mai determinate da un solo evento, ma derivano da una pluralità di fattori presenti, senza essere affrontati/superati, per un certo tempo.

È dall’insieme di questi fattori, e dalla loro persistenza nell’arco di alcuni mesi, o anni, che si determina ed evidenzia progressivamente una crisi di coppia.

Ma   quali sono i problemi più significativi che  possono verificarsi in una coppia?  Quali i motivi più frequenti di una crisi?

Le criticità più ricorrenti

Semplificando il più possibile, proviamo a  delineare le principali tipologie di fattori negativi, o comunque ardui da superare:

  1. La presenza di famiglie di origine che interferiscono, o la cui significatività prevale sulla complicità della coppia/famiglia attuale.
  2. Eventi drammatici, imprevisti, o comunque eccessivamente stressanti, e che vengono percepiti come oltre la soglia di sopportabilità.
  3. I tradimenti, ovviamente, ma anche più in generale la delusione di un’ aspettativa, di un patto comune più o meno esplicito.
  4. Il forte cambiamento (psicologico, o negli stili di vita, negli interessi, nei comportamenti) di uno solo dei partner, ovvero di entrambi ma in direzioni diverse e magari contrastanti! (es.: “non è più la persona che ho sposato”).
  5. E infine la presenza di problemi materiali ed economici, e di problemi sessuali o psicologici, ma soprattutto la difficoltà nel trovare modalità efficaci e costruttive di comunicazione, ascolto e sostegno reciproco.

Data questa focalizzazione delle problematiche ricorrenti in una coppia, è possibile individuare alcune modalità di problem-solving, che i partner stessi possono cercare di attivare in autonomia ma che rappresentano soprattutto efficaci strategie di intervento del terapeuta/counselor.

Obiettivi dell’ intervento dello Psicologo

Lo psicologo, inteso come consulente-facilitatore della comunicazione e catalizzatore del cambiamento, può mirare a creare uno spazio nuovo, un’occasione di ri-partenza, in cui:

  • si orientino i partner alla soluzione piuttosto che al rimprovero sterile e alla rivalsa personale,
  • si faciliti la consapevolezza e la comunicazione delle esigenze reali anziché la vana esibizione delle ripicche, 
  • si trovi il modo di “sparigliare”, ovvero sbloccare i meccanismi più rigidi e conflittuali attraverso un riequilibrio di ruoli e di poteri, 
  • si intraprenda la definizione di obiettivi comuni, o la pianificazione di attività gratificanti di coppia o al contrario l’introduzione  di momenti di autonomia,
  • si favorisca se necessario l’esplicitazione e l’analisi dei conflitti, ma soprattutto si sviluppi la fiducia nelle risorse, facendo sui punti di forza e rinforzando una “vision” positiva (se possibile, non solo individuale) che consenta una progettualità comune e condivisa.

Il consulente cercherà di favorire il più  possibile le capacità di negoziazione, di problem solving e di accordo, magari su nuove e più solide basi, ma potrà in taluni casi aiutare la coppia a valutare realisticamente l’eventuale necessità di avviare un percorso di separazione, che non sia comunque eccessivamente conflittuale e doloroso.

Si può quindi sintetizzare che la funzione essenziale dello psicologo, che interviene come consulente di una coppia in difficoltà, è quella di osservare le dinamiche conflittuali, enuclearne le cause principali, avviare un processo, da un lato, di riduzione della rigidità dei fattori frenanti, dall’altro, di costruzione di condizioni facilitanti.

Se gli stessi partner percepiscono che il circolo vizioso si può interrompere e che ci sono reali potenzialità per affrontare la situazione, possono rafforzare la propria fiducia nel cambiamento, la disponibilità ad aprirsi al consulente, il senso di autoefficacia individuale (e di coppia!).