La psicologia positiva

La psicologia positiva

L’ orientamento prevalente della Psicologia alle patologie e alla terapia

La Psicologia si è occupata, per molti decenni quasi esclusivamente, di comprendere, studiare e “curare” le patologie della mente, le malattie dell’anima,  le sofferenze della psiche. Questo approccio è stato ovviamente prezioso per analizzare i meccanismi che favoriscono l’insorgere di nevrosi e psicosi, e ha contribuito allo sviluppo delle innumerevoli scuole psicoterapeutiche (dalla psicoanalisi alla terapia cognitivo-comportamentale, dalla scuola sistemico-relazionale alla psicoterapia della Gestalt) che mirano a ridurre il disagio psichico e a sciogliere, quando possibile, i  nodi conflittuali interni.

La netta prevalenza dell’ approccio terapeutico ha comportato però che lo psicologo sia stato percepito come una sorta di psichiatra (di serie B), e dunque già il decidere di chiedere una consultazione psicologica viene spesso fatto di nascosto, quasi nel timore di essere inevitabilmente etichettato come persona affetta da gravi disturbi, o che qualcuno possa chiederci che cosa c’è che non va….

L’ approccio centrato sullo sviluppo delle risorse e delle potenzialità

Pochi associano l’intervento psicologico con la possibilità di lavorare sul miglioramento personale, sull’ empowerment, sul desiderio di raggiungere le proprie aspettative e realizzare le proprie attitudini.

È infatti assai meno diffuso, e approfondito solo recentemente, lo studio di ciò che rende la vita degna di essere vissuta, dei fattori esterni e interni che favoriscono la felicità e il benessere individuale e sociale, la comprensione stessa di che cosa intendiamo  dire con questi termini. 

Cogliere l’importanza di dedicare spazio a quest’ approccio significa acquisire conoscenze utili a intervenire e sviluppare le potenzialità, le risorse positive, i punti di forza della persona, per aiutarla ad avere un vita più ricca (dal punto di vista psicologico!), più intensa, più soddisfacente.

Per tutti queste finalità è sorta, appunto, la “psicologia positiva” e si stanno mettendo a punto i metodi  e tecniche  sviluppare il cosiddetto pensiero positivo.

Seligman: cos’è la Felicità

Alcuni autori, fra cui il primo e più noto è Seligman, hanno differenziato due principali prospettive di analisi, due diverse interpretazioni della Felicità.

La prima è centrata sulla dimensione del PIACERE, o – con termine tratto dal greco- edonica, relativa appunto al piacere, alla ricerca del BENESSERE personale e soggettivo.

La seconda è relativa alla piena ESPRESSIONE DEL SE’, al processo di REALIZZAZIONE della propria vera NATURA, del proprio potenziale. Il termine greco, tratto da Aristotele, è eudamonia, dall’unione di due parole: eu (bene) e daimon (demone), e quindi buon demone, buona coscienza. La felicità, secondo Aristotele, consiste nel realizzare la propria natura e, poiché l’essenza dell’uomo sono la ragione e la virtù, egli non potrà mai essere felice senza essere razionale e virtuoso, cioè saggio.

Nonostante questa suddivisione tra la prospettiva edonica e quella eudaimonica, sembra essere più produttivo considerare il benessere come un concetto multidimensionale che include sia aspetti edonici, sia eudaimonici. Misurazioni molteplici, che si ispirano ad entrambe le correnti, sembrano essere in grado di cogliere in modo più approfondito e puntuale i fattori che caratterizzano il benessere. La distinzione tra questi due tipi di psicologia positiva, infatti, non sempre è netta e visibile negli studi e soprattutto nelle tecniche e nei metodi applicativi.

La “Costruzione della Felicità”

Nel suo libro “La Costruzione della Felicità”, Seligman sosteneva che, per aumentare il nostro livello di felicità, possiamo:  

  • ‘fare la pace’ col nostro passato, se ci provoca ancora dolore o insoddisfazione
  • diventare più ottimisti modificando il nostro stile di attribuzione 
  • godere dei piaceri della vita evitando l’assuefazione
  • svolgere attività e inserirci in relazioni e contesti per noi gratificanti, vale a dire dove possiamo mettere a frutto le potenzialità che abbiamo maggiormente sviluppato. Seligman cita il lavoro, i rapporti affettivi e i rapporti con i figli
  • utilizzare le nostre potenzialità al servizio di qualcosa che crediamo essere più grande di noi quali ad esempio una religione, un partito politico, la famiglia, i boyscout, etc. 

E ancora, secondo Seligman, “la felicità autentica consiste:

  • nel provare emozioni positive riguardo al passato e al futuro, 
  • nell’assaporare sensazioni positive derivanti dai tanti piaceri dell’esistenza, 
  • nel trarre abbondante gratificazione dalle proprie potenzialità personali, 
  • nell’usare tale potenzialità al servizio di qualcosa di più grande per ottenere senso.” 

La Psicologia Umanistica

Ovviamente, Seligman non è l’unico autore ad aver sviluppato le tematiche della Psicologia Positiva.  In primo luogo, non bisogna dimenticare celebri precursori, fra i quali Abraham Maslow, Rollo May e Carl Rogers, fondatori della psicologia umanista. Tale approccio vede la persona come portatrice di valori ed interessata a realizzare valori; indica quale mèta ultima della vita l’autorealizzazione attuata per mezzo delle migliori potenzialità dell’individuo, che consiste nel divenire sempre di più ciò che si è e nel divenire tutto ciò che si è capaci di divenire. Pur riconoscendo i limiti dell’esperienza umana, insiste nell’affermare la fondamentale libertà e autonomia dell’essere umano.  

Avere ed essere

Anche gli scritti di Erich Fromm, psicoanalista e sociologo tedesco, costituiscono una pietra miliare per l’ analisi delle contraddizioni dell’ uomo moderno, tra libertà e bisogno di appartenenza,  tra individualità e schiavitù del conformismo, tra “avere ed essere”, come recita il titolo di uno dei suoi libri più famosi, in una visione comunque olistica e umanistica dell’umanità.

Da citare poi Albert Bandura, per il suo approfondimento del concetto di senso di autoefficacia, strettamente collegabile con l’ ottimismo di cui parla Seligman.

In anni più recenti, infine, altra autrice antesignana del Pensiero Positivo è Louise Hay, che arrivò alla popolarità con il suo testo ”Puoi guarire la tua vita” (1984), e che è ritenuta caposcuola della corrente metafisico-spirituale della Psicologia Positiva.

Bibliografia

  • A. Altini, Io Penso Positivo, Armando, 2015
  • A. Bandura, Il senso di Autoefficacia, Erickson 2002
  • I. Boniwell, La Scienza Della Felicita’, Il Mulino, 2015
  • E. Fromm, Avere o essere, Mondadori, 1976
  • L. Hay, Puoi Guarire La Tua Vita, My Life, 2013
  • M. Seligman, La Costruzione della Felicità, Sperling & Kupfer, 2003
  • M. Seligman, Fai Fiorire La Tua Vita, Anteprima Edizioni, 2012
  • M. Seligman, Imparare L’ottimismo, Giunti, 2015